Il progetto, presentato in occasione del Workshop internazionale su metabolismo, dieta e malattie croniche è tutto made in Italy perché il composto utilizzato per la sperimentazione è stato messo a punto da un'azienda del nostro Paese.
In Italia l'incidenza di questo tipo di cancro, collegato all'esposizione di aminato, materiale bandito da vent'anni ma ancora diffusissimo, «è in continua crescita ed è atteso un picco entro il 2020», commenta Giovanni Blandino, responsabile del Laboratorio di Oncogenomica traslazionale del Regina Elena. «Nel nostro studio - aggiunge Sabrina Strano, ricercatrice dell'area di Medicina molecolare - speriemntiamo, primi al mondo, la chemioprevenzione con una sostanza naturale e dal costo contenuto. Se le nostre intuizioni venissero confermate, apriremmo la strada a una rivoluzione». I risultati della sperimentazione dovrebbero essere pronto in 12 mesi.
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