lunedì 25 novembre 2013

Ho Imparato...



Ho imparato a sorridere fra le lacrime
e ad asciugarle con un sorriso.
Ho imparato che mentre tu piangi
delle tue lacrime qualcuno riderà
Ho imparato che per ogni cosa c'e un perché
ma il perché non sempre si trova.
Ho imparato che se vuoi vincere
devi far credere che sei forte.
Anche se non sei forte puoi vincere
Ho imparato che non puoi insegnare
ciò che non hai imparato
ma puoi imparare
anche da chi non sa quello che tu sai.
Ho imparato che se perdi lottando
il sapore è meno amaro.
Ho imparato, che fino all'ultimo respiro
tutto si può ancora fare.
Ho imparato lottando,
che la vita è una grande opportunità
che la vittoria è un sorriso.

Silvana Stremiz.

giovedì 21 novembre 2013

“Quando ero piccola:


 Mettevo le mie braccia nella maglietta e dicevo alle persone che avevo perso le mie braccia. Riavviavo il videogioco ogni volta che sapevo che stavo per perdere. Dormivo con tutti gli animali di peluche come un bambino, così nessuno di loro si offendeva. Avevo quella penna a 4 colori, e cercavo di spingere i bottoni in una volta. La decisione più difficile era scegliere con quale gioco del nintendo giocare. Aspettavo dietro una porta per spaventare qualcuno, poi me ne andavo perché ci avevano messo troppo tempo per uscire o dovevo fare pipì. Fingevo di dormire, così potevo essere trasportato a letto. Pensavo che la luna seguisse la mia macchina. Guardavo due gocce d’acqua scivolare sulla finestra e facevo finta che fosse una gara. Andavo sul computer solo per usare paint. L’unica cosa di cui mi dovevo preoccupare era il tamagotchi. Gli unici ‘falsi’ amici che avevo erano quelli invisibili. Mi sbucciavo le ginocchia che guarivano meglio di un cuore distrutto. Ricordo quando eravamo bambini e non potevamo aspettare di crescere.
A che diavolo stavamo pensando?”

martedì 19 novembre 2013

LEGGETELA...


"Ebbi lo scompartimento del treno tutto per me. Poi salì una ragazza", raccontava un giovane indiano cieco. "L'uomo e la donna venuti ad accompagnarla dovevano essere i suoi genitori. Le fecero molte raccomandazioni. Dato che ero già cieco allora, non potevo sapere che aspetto avesse la ragazza, ma mi piaceva il suono della sua voce".
"Va a Dehra Dun?", chiesi mentre il treno usciva dalla stazione. Mi chiedevo se sarei riuscito a impedirle di scoprire che non ci vedevo. Pensai: se resto seduto al mio posto, non dovrebbe essere troppo difficile.
"Vado a Saharanpur", disse la ragazza. "Là viene a prendermi mia zia. E lei dove va?".
"A Dehra Dun, e poi a Mussoorie", risposi.
"Oh, beato lei! Vorrei tanto andare a Mussoorie. Adoro la montagna. Specialmente in ottobre".
"Sì è la stagione migliore", dissi, attingendo ai miei ricordi di quando potevo vedere. "Le colline sono cosparse di dalie selvatiche, il sole è delizioso, e di sera si può star seduti davanti al fuoco a sorseggiare un brandy. La maggior parte dei villeggianti se n'è andata, e le strade sono silenziose e quasi deserte".
Lei taceva, e mi chiesi se le mie parole l'avessero colpita, o se mi considerasse solo un sentimentaloide. Poi feci un errore. "Com'è fuori?" chiesi.
Lei però non sembrò trovare nulla di strano nella domanda. Si era già accorta che non ci vedevo? Ma le parole che disse subito dopo mi tolsero ogni dubbio. "Perchè non guarda dal finestrino?", mi chiese con la massima naturalezza.
Scivolai lungo il sedile e cercai col tatto il finestrino. Era aperto, e io mi voltai da quella parte fingendo di studiare il panorama. Con gli occhi della fantasia, vedevo i pali telegrafici scorrere via veloci. "Ha notato", mi azzardai a dire "che sembra che gli alberi si muovano mentre noi stiamo fermi?".
"Succede sempre così", fece lei.
Mi girai verso la ragazza, e per un po' rimanemmo seduti in silenzio. "Lei ha un viso interessante" dissi poi. Lei rise piacevolmente, una risata chiara e squillante. "E' bello sentirselo dire", fece. "Sono talmente stufa di quelli che mi dicono che ho un bel visino!".
"Dunque, ce l'hai davvero una bella faccia", pensai, e a voce alta proseguii:
"Beh, un viso interessante può anche essere molto bello".
"Lei è molto galante", disse. "Ma perchè è così serio?".
"Fra poco lei sarà arrivata", dissi in tono piuttosto brusco.
"Grazie al cielo. Non sopporto i viaggi lunghi in treno".
Io invece sarei stato disposto a rimaner seduto all'infinito, solo per sentirla parlare. La sua voce aveva il trillo argentino di un torrente di montagna. Appena scesa dal treno, avrebbe dimenticato il nostro breve incontro; ma io avrei conservato il suo ricordo per il resto del viaggio e anche dopo.
Il treno entrò in stazione. Una voce chiamò la ragazza che se ne andò, lasciando dietro di sè solo il suo profumo.
Un uomo entrò nello scompartimento, farfugliando qualcosa. Il treno ripartì. Trovai a tentoni il finestrino e mi ci sedetti davanti, fissando la luce del giorno che per me era tenebra. Ancora una volta potevo rifare il mio giochetto con un nuovo compagno di viaggio.
"Mi spiace di non essere un compagno attraente come quella che è appena uscita", mi disse lui, cercando di attaccar discorso.
"Era una ragazza interessante", dissi io. "Potrebbe dirmi... aveva i capelli lunghi o corti?".
"Non ricordo", rispose in tono perplesso. "Sono i suoi occhi che mi sono rimasti impressi, non i capelli. Aveva gli occhi così belli! Peccato che non le servissero affatto... era completamente cieca. Non se n'era accorto?".

sabato 16 novembre 2013

PER UNA CARA AMICA ♥♥♥


Se potessi trovare una parola, un gesto, una canzone...
una cosa qualsiasi per poterti sollevare l'anima, per cambiare le cose che non vanno, per vederti sorridere, non solo con la bocca ma anche con gli occhi, per vederti FELICE, totalmente, senza macchie senza preoccupazioni, senza quel piccolo dolore insistente nel cuore, sarei disposta anche ad andare in un posto lontano magari a prendere una pianta per estrarre una tisana che ne so? invece non posso fare proprio niente...
niente di niente, se non farti sentire che ti voglio bene e che se sei triste tu son triste anch'io nonostante le mie pagliacciate e la mia allegria apparente, che per fortuna maschera quel senso di impotenza che ho e che mi fa sentire così inutile quando le persone a cui voglio bene sono giù ed io non posso farci nulla!
(F. Noviello)

lunedì 11 novembre 2013

TENEREZZA


La giovane donna avrà avuto non più di venticinque anni. Aveva un aspetto elegante e un corpo decisamente piacevole. Un viso pulito e seducente. Si precipitò all’entrata del pronto soccorso. Aveva gli occhi lucidi, prossimi alle lacrime. Si diresse verso l’accettazione dove ad accoglierla c’era una ragazza con l’aspetto da crocerossina.

“Mio figlio, sta male, non si muove più, chiamate qualcuno, per favore, non so cosa fare”, la donna, tremante, strinse a sé il frugoletto che teneva interamente coperto da una piccola trapunta, eccetto per il viso, appena discernibile se osservato alla sua destra.
“Aspetti qui, le chiamo subito il medico di guardia”. La crocerossina si diresse verso l’adiacente corridoio, con una solerzia che ne mostrava il totale coinvolgimento emotivo.

La donna, rimasta sola, iniziò a piangere e a cullare la creatura fasciata.

Un anziano dottore emerse e gridò: “Venga, signora, in questa stanza”, altri due medici affiorarono a passo veloce dall’oscurità, “poggi il bambino su quel lettino”.
La donna sbendò il neonato e lo collocò sul lettino. I tre medici si guardarono l’un l’altro. Anche la crocerossina iniziò a mostrare degli occhi lucidi.
La donna scoppiò in un urlo che frantumò i timpani dei presenti: “Allora? Cosa cazzo state aspettando, il mio bambino sta male, perché mi guardate in quel modo?”, la donna iniziò a piangere e a singhiozzare come se fosse vittima di una crisi isterica.
Il medico più anziano prese uno stetoscopio e iniziò a sentire il cuore del bambino. Tutti i presenti, eccetto la donna, lo guardarono senza comprendere. Dopo pochi secondi il medico si girò verso la donna: “Signora, non si preoccupi, si è trattato di un semplice svenimento dovuto al caldo, ora le prescrivo dei sali minerali, ma il suo bambino sta già meglio, venga, senta come le batte il cuore”, la donna si avvicinò al dottore, il quale le porse lo stetoscopio, “sente? È tutto a posto, non c’è ragione di essere allarmati”. La donna si ricompose e parve riprendere serenità. Il suo viso venne increspato da due piccole rughe di gioia e, mentre gli altri due assistenti la accompagnavano all’uscita, la donna si voltò verso il medico con un ampio sorriso, misto a della commozione e a un’espressione di sentito ringraziamento.

La crocerossina guardò il medico negli occhi: “Povera donna, per fortuna lei è riuscito a sistemare tutto quanto”.
“Sistemato?”, replicò incredulo il medico, “io non ho sistemato proprio nulla, Priscilla, semmai ho solo aggravato la situazione” e, pronunciate queste parole, si avviò a testa bassa fuori dall’ambulatorio.

La donna correva per il cortile dell’ospedale, volava come se stesse correndo per la sua vita, con in mano la ricetta del medico. Quando fu vicina all’uscita, si accorse che una guardia giurata la stava rincorrendo e chiamando a pieni polmoni. La donna si immobilizzò, lo sguardo atterrito.
Il vigilante le si avvicinò e, fermandosi un attimo per riprendere fiato, le disse: “Signora, l’ho rincorsa per tutto il cortile, tenga, le è caduto il bambolotto”.

venerdì 1 novembre 2013

Elementi Fondamentali Zodiacali


Elementi Fondamentali Zodiacali :

Elemento Fuoco

A questo elemento appartengono Ariete, Leone e Sagittario. Le persone influenzate da questo elemento hanno in comune la caratteristica di voler emergere e di mostrare cosa e quanto sono capaci di fare e senz'altro hanno la forza di imporsi quando lo desiderano. Nel campo professionale dimostrano qualità organizzative, dinamismo, entusiasmo e molta forza di volontà. Difficilmente chi si legherà a un partner che appartiene all'elemento Fuoco riuscirà a dominare nel rapporto di coppia.

Elemento Terra

A questo elemento appartengono Toro, Vergine, Capricorno. Chi è influenzato dall'elemento Terra ha sempre ben chiaro davanti a sé lo scopo che vuole raggiungere, che sarà sempre alquanto realistico. Tenacia e volontà sono le caratteristiche principali e su di loro basa, nonché sulla pazienza, un sucesso quasi certo. I nati in questi segni sono rispettosi della tradizione e sono perfezionisti, prudenti, poco fantasiosi, un pò malinconici, a volte. Non sono dei facili partner ma, di solito, sono fedeli e perseveranti in amore.

Elemento Aria

A questo elemento appartengono Gemelli, Bilancia, Acquario. Coloro che sono nati in questi segni sono vivaci, influenzabili, allegri e di buon carattere. Tuttavia il temperamento è alquanto indeciso, superficiale e molto nervoso. Spesso lasciano le iniziative a metà per mancanza di perseveranza e di stabilità nelle idee. Dal punto di vista professionale ci sarà più ricerca sul piano intellettuale che materiale, con una tendenza a cambiare professone appena questa diventi monotona ai loro occhi irrequieti. Chi avrà a che fare, sul piano affettivo, con i nati nei segni di aria dovrà abituarsi alla loro agitazione e alla instabilità anche dei sentimenti. Non sono fedeli perchè sempre in ricerca di qualcosa di un nuovo o di meglio.

Elemento Acqua

A questo elemento appartengono Cancro, Scorpione, pesci. I nati in questi segni amano fantasticare, hanno una sensibilità esasperata che li porta a isolarsi dal mondo. Nel campo professionale possono incorrere in grossi problemi: sono lo Scorpione sarà più caparbio e deciso davanti a eventuali ostacoli. Le donne, di solito, danno enorme importanza all'amore inteso come matrimonio e sono capaci di dedizione assoluta alla famiglia. Molti vivono in un mondo denso di emozioni e molto chiuso: ecco perchè possono sembrare egoisti e timidi.


A te, che da lassù continui a vegliare su di me…


A te, che, con dolce prepotenza, sei parte di me…e vivi con me…
A te, che, attraverso silenzi, segni, ricordi, attimi, parole, sguardi, lacrime…rendi questo mio cuore proiezione del tuo…
A te, che nonostante ogni luogo, ogni tempo, ogni spazio…continui a essere…
A te, che con tenera violenza mi spingi a continuare a guardare in faccia a questa vita e a darle un senso anche senza il tuo essere qui, ora…
A te, che sei… che continuerai a essere… qui..con me…
Osservo questo cielo…sopra di noi…e so che tu, per me, stai sorridendo alle stelle…alla luna…al sole…e al mio cuore dolorante…
Guardo lassù e sento la tua carezza… e ti stringo a me…con rabbia e amore…
Non lasciarmi… fa’ che io ti senta sempre in me… fa’ che io viva per te…per me…e per quanti mi vogliono bene…
Vola…e non lasciarmi mai… (© MGrazia Tulimieri)