venerdì 25 maggio 2012

Cibarsi di pomodori riduce il rischio di contrarre malattie cardiovascolari e tumori



In questi ultimi anni il pomodoro ha guadagnato lo status di ‘cibo
funzionale’, vista l’associazione sempre più frequente stabilita tra il suo
consumo e il ridotto rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e
tumori.

I pomodori coltivati biologicamente, in particolare, instaurano insieme ai
loro microfunghi una benefica associazione radicale permanente, paragonabile
dal punto di vista funzionale al nostro microbioma intestinale. Lo afferma
uno studio condotto da biologi, microbiologi e medici dell’Istituto di
biologia e biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche
(Ibba-Cnr) e dell’Università di Pisa, pubblicato sul ‘British Journal of
Nutrition’ della Cambridge University Press.

“I frutti di pomodoro sono una riserva naturale di molecole come acido
ascorbico, vitamina E, flavonoidi, composti fenolici e carotenoidi, tra cui
il licopene che, oltre a esercitare una forte attività antiossidante, può
modulare le vie metaboliche ormonali e del sistema immunitario”, conferma
Manuela Giovannetti dell’Università di Pisa, che ha coordinato il lavoro.

“Il valore nutrizionale e nutraceutico del pomodoro però è molto influenzato
dalle condizioni di coltivazione, in quanto il contenuto di fitochimici può
aumentare se la pianta cresce unitamente ai suoi simbionti naturali:
microfunghi benefici che vivono nelle radici, assorbono nutrienti dal suolo
e li trasportano alle cellule vegetali, appartenenti al gruppo dei
Glomeromycota”.

“La simbiosi micorrizica influenza positivamente la crescita e il contenuto
in sostanze minerali delle piante di pomodoro e ne aumenta il valore
nutrizionale e nutraceutico”, aggiunge Cristiana Sbrana dell’Ibba-Cnr. “I
frutti prodotti da piante micorrizate contengono concentrazioni più elevate
di calcio (15%), potassio (11%), fosforo (60%) e zinco (28%) e le
modificazioni del metabolismo secondario del pomodoro producono aumenti del
18,5% del livello di licopene.

I risultati dello studio evidenziano altresì che gli estratti di pomodoro
provenienti da piante micorrizate, che non avevano effetti genotossici,
mostrano un alto potere anti-estrogenico dei frutti, con una forte
inibizione del recettore E2 umano”.

Recentemente i polifenoli e il licopene sono stati proposti “come agenti
farmacologici promettenti nella prevenzione del cancro a causa dei loro
effetti antiproliferativi e della loro azione inibitoria sui recettori degli
estrogeni umani”, conclude Giovannetti. “In particolare, i composti
antiestrogenici possono agire come antagonisti dei processi
estrogeno-dipendenti nei tessuti target, contrastando la crescita dei tipi
di cancro estrogeno-correlati.

I risultati dello studio suggeriscono che l’assunzione di cibi funzionali,
come i pomodori coltivati con i loro simbionti naturali, potrebbe agire
positivamente nei confronti degli effetti esercitati da molti contaminanti
ambientali e industriali a cui gli esseri umani sono esposti attraverso la
catena alimentare”.

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