venerdì 25 maggio 2012
Il futuro "si può sentire" Finora, frasi del tipo "me lo sentivo" o "sapevo che sarebbe successo" sono sempre state bollate dalla scienza come pure suggestioni.
Uno studio divide gli psicologi
Una delle più importanti riviste americane di psicologia pubblicherà il
lavoro di un professore che sostiene di aver dimostrato che gli eventi non
ancora accaduti possono influenzare quelli presenti. La comunità scientifica
è scettica
di GIULIA BELARDELLI
da repubblica.it/scienze
NON c'entrano i tarocchi, né la palla di cristallo e nemmeno i fondi di
caffè. Il futuro si può "sentire". A dirlo non è un manipolo di
chiaroveggenti e fattucchiere ma un gruppo di scienziati della Cornell
University 1 di Ithaca, nello Stato di New York. Il loro articolo,
intitolato appunto "Feeling The Future", è il primo studio su fenomeni
tipicamente considerati paranormali a essere stato ammesso su una rivista di
psicologia "seria", in questo caso il Journal of Personality and Social
Psychology 2.
Finora, frasi del tipo "me lo sentivo" o "sapevo che sarebbe successo" sono
sempre state bollate dalla scienza come pure suggestioni. Daryl Bem e
colleghi, tuttavia, sono convinti che non sia così. Per dimostrarlo hanno
aspettato otto anni, nel corso dei quali hanno raccolto una "massa critica
di dati" sufficiente a contrastare le obiezioni dei revisori che avrebbero
passato al setaccio il loro lavoro. E ci sono riusciti: l'articolo uscirà
entro fine anno ma ha già suscitato un dibattito destinato a fare parecchio
rumore.
Indagando il fattore "psi". Il termine chiave con cui psicologi e altri
studiosi si riferiscono a fenomeni inspiegabili è il fattore "psi": con
questa lettera greca, spiega Bem nel suo articolo, "vengono indicati tutti
quei processi anomali di trasferimento di energie e informazioni che non
hanno una spiegazione fisica o biologica". Tra questi, la telepatia, la
chiaroveggenza, la psicocinesi (ovvero l'influenza apparente di pensieri e
intenzioni su processi reali indipendenti), la precognizione e la
premonizione di eventi futuri. La grande maggioranza del mondo accademico,
soprattutto in psicologia, non crede in questi fenomeni, eppure il rigore
scientifico degli esperimenti presentati da questo professore della Cornell
University 3 - che per inciso è sì un appassionato di fenomeni paranormali,
ma anche uno psicologo stimato a livello internazionale per i suoi lavori
sulla percezione del sé - ha lasciato attoniti anche i più ferventi
oppositori dell'esistenza di psi.
Prevedere il futuro. Per riuscire a dimostrare l'esistenza di una "specie di
relazione" tra eventi che devono ancora accadere e le decisioni che
prendiamo nella vita quotidiana, lo psicologo ha esaminato oltre mille
studenti volontari, sottoponendoli a nove esperimenti. La novità
dell'approccio sta nell'aver preso in considerazione fenomeni ben noti,
invertendone però l'ordine logico-temporale. In sintesi, ciò che di solito
viene interpretato come la causa di un comportamento, negli esperimenti è
stato mostrato o raccontato solo dopo il verificarsi dell'evento stesso. I
risultati - considerati statisticamente rilevanti in otto casi su nove -
hanno mostrato che i processi analizzati funzionano anche se la causa arriva
dopo la scelta, come se le nostre azioni fossero il frutto di qualcosa che
deve ancora avvenire.
Sperimentare la premonizione. In uno di questi esperimenti, ad esempio, Bem
ha testato un fenomeno psicologico studiato a lungo: il priming affettivo.
Nello scenario classico una persona, dopo aver osservato un parola su uno
schermo, deve giudicare nel più breve tempo possibile se un'immagine è
piacevole o meno. Da tempo è stato notato che se la parola che precede
l'immagine ha un significato inverso rispetto alla figura (ad esempio,
l'aggettivo "brutto" e un disegno piacevole) le persone impiegano più tempo
a rispondere. Il ricercatore americano ha dunque rigirato l'esperimento: i
partecipanti vedevano l'immagine e dovevano esprimere un giudizio prima di
leggere. Stranamente, anche in questo caso quando la parola (scelta
casualmente dal computer solo dopo la risposta) aveva un significato
opposto, i soggetti impiegavano più tempo a esprimere un giudizio. Allo
stesso modo, Bem ha testato altri effetti psicologici come l'attrazione
verso cose piacevoli, l'istinto ad allontanarsi dai pericoli, la facilità
con cui si richiamano parole e oggetti già visti: in tutti i casi, ha
invertito l'ordine temporale, ottenendo sempre come risultato la conferma
della retroattività della causa.
Fisica o evoluzione? Riguardo le origini di questa capacità, lo psicologo
non ha dubbi: una volta apparsa, psi è stata selezionata positivamente per
gli indiscussi vantaggi che porta con sé. La possibilità di predire la
presenza di pericoli così come di prevedere dove c'è qualcosa di attraente
avrebbe conferito e continuerebbe a conferire benefici notevoli a chi la
possiede. Ma come giustificare tali fenomeni? Su questo Bem mette le mani
avanti, scrivendo che spesso nella scienza i dati empirici arrivano quando
le spiegazioni non sono state ancora neanche immaginate e che varie altre
teorie ritenute impossibili si sono poi rivelate vere. A metafora delle sue
scoperte, prende l'esempio della meccanica quantistica: all'inizio - ricorda
lo psicologo - anch'essa fu oggetto di numerosissime critiche, eppure oggi è
la teoria su cui poggia gran parte della fisica moderna
Le reazioni. Com'era prevedibile, lo studio ha suscitato un certo clamore
nel mondo accademico. A passarlo al vaglio è stato un team di quattro
revisori, che pur avendo suggerito delle modifiche non hanno riscontrato
alcuna incongruenza di fondo. "Personalmente, credo che tutto ciò sia
ridicolo e non possa essere vero - scrive su Psychology Today 4 Joachim
Krueger, psicologo della Brown University (Providence) che ha fatto di tutto
per trovare un tallone d'Achille al lavoro di Bem - tuttavia dal punto di
vista della metodologia e di come è sono stati disegnati gli esperimenti, lo
studio è inattaccabile". Charles Judd, responsabile editoriale della
pubblicazione sul Journal, ha fatto sapere che l'articolo sarà accompagnato
da un editoriale che solleverà dei dubbi. "La speranza - ha precisato - è
che altri studiosi colgano la sfida e provino a replicare questi risultati".
Finora si è cimentato solo un gruppo dell'Università di Pittsburgh, ma senza
successo (forse per aver utilizzato un questionario via internet). Daryl
Bem, intanto, ha affermato di essere già stato contattato da decine di
ricercatori con la richiesta di maggiori dettagli.
Credere l'impossibile. Prevedendo lo scetticismo che avrebbe incontrato
(anche se per questo non ci voleva una gran psi), Bem conclude il suo
articolo con una citazione da Alice nel paese delle meraviglie, il
capolavoro con cui Lewis Carroll ha fatto sognare intere generazioni di
bambini. Al termine del suo incontro con la Regina di Cuori, Alice esclama:
"Non si può credere a una cosa impossibile!". "Oserei dire che non ti sei
allenata molto", risponde la Regina. "Quando ero giovane, mi esercitavo
sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose
impossibili prima di colazione". Siete più convinti ora?
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